La mia quarantena è iniziata il giorno in cui la scuola ha chiuso. Inizialmente ero contento perché ho pensato che avrei avuto qualche giorno di vacanza in più.
Poi i giorni hanno incominciato a diventare settimane e le settimane sono diventate mesi e la cosa non è stata più così piacevole...
Mi è stato rubato anche l'ultimo giorno di scuola. L'ultimo di tutta la mia carriera scolastica e io non lo avrei mai potuto immaginare.
Non ho potuto fare l'ultima gita con i compagni (sarebbe stata anche l'unica), non ho potuto gioire al suono dell'ultima campanella e pensarci mi rattrista perché è un'emozione che non vivrò mai!
Qualche nota positiva l’ho anche trovata. Ho passato questo tempo con la mia famiglia per due mesi, cosa che non succedeva da parecchio tempo. Ricorderò le serate con i miei e mio fratello a giocare ai videogiochi, ai giochi da tavolo e a ping pong (anche se quando finirà ho intenzione di uscire con gli amici il più possibile...) e sicuramente non lo avrei fatto se non fossi stato obbligato a stare a casa.
Ho avuto molto tempo per stare con me stesso, conoscermi meglio e riflettere su molti aspetti che ho sempre dato per scontati e che invece non lo sono per niente. Mai avrei pensato nella mia vita di dover stare in isolamento per mesi. Mai avrei immaginato una situazione così surreale. Un virus che oltre a causare migliaia di morti ha portato alla chiusura di una nazione intera.
Il silenzio assordante che inizialmente ho apprezzato molto alla fine è diventato insopportabile. Ho voglia di sentire i rumori di tutti i giorni, della gente che va al lavoro, della vita che ricomincia.
Si potrebbe imparare qualcosa da questo tempo "surreale".
La prima cosa che mi viene in mente è che in un attimo la vita può essere stravolta completamente. Certo, sapevo che gli incidenti e le malattie capitano ma questo è stato qualcosa di completamente diverso, che ha cambiato la vita di tutte le famiglie del mondo. Famiglie che si sono trovate senza lavoro dall'oggi al domani, che hanno perso persone care o che sono ancora nella malattia... Famiglie che vivono nella totale incertezza del futuro. Attualmente in Italia sono decedute più di 30.000 persone..
Un'altra cosa che mi ha colpito è il senso di comunità: vedere la gente che in questi momenti cerca di dare il meglio. Gente che rispetta le norme per il bene proprio ma anche per tutti gli altri. Credo che le persone che le regole non le hanno rispettate siano solo una piccolissima parte e che siano molte di più quelle che si stanno dando da fare per aiutare e per tornare alla normalità.
Una stretta di mano, un abbraccio, un bacio, un saluto, dati per scontati, ora mi sembrano fondamentali, indispensabili. Mi sto accorgendo della forza che possono avere alcuni gesti ora, nel momento in cui non lo posso più fare.
Spero che tutto questo ci insegnerà a vivere in modo più semplice la vita che ci aspetta, che potremmo trovare il divertimento anche solo nelle serate passate con gli amici in un bar a parlare e a scherzare a stare con gli altri, a condividere una quotidianità di cui prima spesso ci si lamentava; ma poi credo che tutto questo verrà dimenticato e assorbiti dalle cose da fare non ce lo ricorderemo più per l'esperienza del lockdown.
Certo potrò dire di aver vissuto un momento che verrà ricordato anche sui libri di storia.
Giacomo Cerri 5AOE
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